Oggi Napoli si risveglia come ogni mattina offrendo un volto nuovo. Le persiane si alzano, le porte si schiudono, i vecchietti si affacciano per salutarsi dai balconi, motorini e bici elettriche si aggirano tra i quartieri e la città si risveglia per affrontare un nuovo giorno.
Il sorriso di un bambino, la smorfia di un anziano, le grida di un commerciante, la risata di uno scugnizzo sono i volti di Napoli che conosciamo.
Stanco o assonnato, a te che passeggi tra le sue strade, Napoli oggi offre ogni giorno un risveglio diverso.
Avete mai sentito parlare di risveglio?
Risveglio è una parola chiave, concreta, positiva, esplicativa di un concetto.
Se riflettiamo bene sul significato di questa parola la prima immagine che colleghiamo è quella di una rivoluzione, un fattore scatenante che libera, a volte in maniera confusionaria un’azione.
In realtà il risveglio è qualcosa che non sempre e necessariamente determina una azione visibile. Si tratta invece di un processo lento che non parte dall’alto ma ha radici più profonde perché è alimentato dal basso.
Se pensiamo alla storia, i movimenti più grandi che hanno fatto “parlare” sono stati quelli dal basso, dal popolo, che stanco di una determinata politica ha reagito; talvolta anche solo esprimendo la propria opinione.
Se guardiamo alla natura le più grandi catastrofi o le più proficue annate provengono dai piccoli semi, piantati con cura e dedizione nel segreto e nel quotidiano. Insomma la bomba innescata è lanciata perché dietro esiste una volontà ben precisa a determinare un cambiamento.
Senza allontanarci troppo, verso le grandi metropoli, restiamo qui, a Napoli, nella nostra città e proviamo a cambiare il nostro punto di osservazione.
E’ tangibile il nuovo spirito di risveglio, di rinascita, di rinnovamento che si respira e si tocca a Napoli. Soprattutto nelle viscere del centro storico come anche nelle zone più a rischio è forte la voglia e la volontà di “scoprirsi” a se stessi e agli altri.
La nostra cartolina non sempre positiva pian piano sta smacchiando pregiudizi, stereotipi e punti neri della nostra città. Emerge dal basso la spinta verso l’appropriazione del proprio territorio, il recupero del proprio patrimonio, la valorizzazione della bellezza della nostra cultura ed immagine in tutto il mondo.
Sono tantissime le associazioni, le imprese, le cooperative, che quotidianamente lavorano con fatica, affrontando le sfide burocratiche, culturali e politiche che bloccano la nostra città. Moltissime sono poco conosciute perché vivono all’ombra dei riflettori posti invece sui “grandi attrattori” turistici della nostra città.
Una atmosfera affascinante, avvolgente, un’anima che si fa voce e coro di un popolo che sente il bisogno di emergere, di mostrare la preziosità ed unicità del suo immenso patrimonio. La nostra città “ri-vive” attraverso il contributo che molteplici attori, impegnati in settori diversi garantiscono con qualità, dedizione e professionalità.
In quale città se non a Napoli, da sempre intreccio di culture e contaminazioni di popoli diversi, potrebbe germogliare tale risveglio?
Diamo luce, forza, sostegno e supporto a quanti lavorano per offrire e garantire un miglioramento delle nostre condizioni sociali e ci sensibilizzano e motivano al recupero della nostra storia, del nostro territorio e del nostro patrimonio!
A cura di Lea Bello