Il progetto di arte, rigenerazione urbana e artigianato che ha visto tornare a nuova vita il chiostro abbandonato di Santa Caterina a Formiello.
Immaginate Lou Reed e Laurie Anderson che camminano per le strade di Porta Capuana, visitano il Lanificio 25 e si innamorano del progetto del recupero dell’ex-chiostro di Santa Caterina a Formiello. Succede che a fine maggio viene inaugurata,”The Withness of the Body”, l’opera di Laurie Anderson, musicista e artista moglie di Lou Reed, in mostra fino al 30 settembre 2016 e prima di una serie di iniziative a circuito mondiale, nel cuore dell’antica Napoli, della Napoli pop-popolare.
L’antico Chiostro Rinascimentale
Il complesso monumentale annesso alla Chiesa di Santa Caterina a Formiello di epoca rinascimentale, nell’800 per volere di re Ferdinando I di Borbone divenne l’opificio adibito alla produzione di lana desinata in particolare alla realizzazione delle divise militari per l’esercito del Regno delle Due Sicilie. Da quel momento il chiostro e l’area intera (l’attuale Lanificio 25), con più di 400 impiegati, divenne un esempio di virtuosità nel programma di industrializzazione dell’epoca borbonica.
Il degrado e l’abbandono
Nel 1861, con l’Unità d’Italia furono sospese le ordinazioni delle divise e il polo andò incontro al fallimento e per il Chiostro iniziò il suo calvario: gli spazi venero occupati da attività non adatte al luogo, divenendo tra l’altro una rimessa per automobili. Frazionato in diverse proprietà vide le sue colonne di piperno abbattute e suoi affreschi interamente coperti. Nell’atro principale fu costruita addirittura una palazzina a due piani destinata a uffici, conoscendo poi un progressivo degrado e totale abbandono.
Il restauro e la riconversione
Made in Cloister è un progetto di rigenerazione realizzato da Rosa Alba Impronta, Antonio G. Martiniello e Davide de Blasio. Nel 2012 con il progetto architettonico dello studio Keller Architettura iniziano i lavori di riconversione dell’antico Chiostro, diretto a riportarne alla luce la bellezza artistica e storica, con la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.
La valorizzazione dell’eccellenza artigiana napoletana
Il restauro è solo il punto di partenza del progetto, scopo di Made in Cloister è la creazione di un cluster culturale, un network di imprese creative, uno spazio espositivo per l’arte contemporanea e le attività artigianali. Il progetto ha messo in sinergia le botteghe napoletane e i grandi designer internazionali, sinergia che ha già prodotto alcune linee di oggetti e arredi ed è inoltre in corso una mappatura degli artigiani locali, consultabile sul sito di Made in Cloister, insieme ai lori racconti e alla loro storia.
La rigenerazione urbana: il quartiere di Porta Capuana
L’ex-Chiostro propone inoltre un innovativo modello di centro creativo e culturale in forte legame con il territorio, una vera e propria officina di idee basata sulla condivisione e la partecipazione di varie figure professionali attive nel settore della cultura e delle arti visive, della formazione e dell’economia. Il cluster include la galleria d’arte contemporanea di Dino Morra, la sede di Officine Gomitoli, il progetto della cooperativa sociale Dedalus, il coworking IntoLab, il Lanificio 25 e l’Associazione Carlo Rendano e lo studio di Arti Performative della coreografa Valeria Apicella ed infine il centro yoga Yoga Al Lanificio.
Porta Capuana è uno dei quartieri di Napoli più antichi e con maggiore potenzialità di sviluppo, sia per la posizione nell’impianto urbanistico della città, sia per la ricchezza di storia e del patrimonio artistico e culturale. Intento di Made in Cloister è la valorizzazione dell’area e la proposta di una serie di eventi ed iniziative volte al miglioramento della qualità di vita dei suoi abitanti.