Come può un gruppo di ragazzi proveniente da uno dei quartieri considerati più a rischio della città divenire una cooperativa di 20 persone con possibilità di assumere?
Abbiamo conosciuto Vincenzo Porzio, 31 anni, della Cooperativa La Paranza che ci ha raccontato come è nato un sogno che ha recuperato 10522 mq di patrimonio artistico e che ha ricevuto il sostegno di grosse fondazioni private, sponsorship e ha saputo contribuire alla creazione di un modello di rete esempio per gli studiosi di turismo e innovazione sociale.
“Eravamo un gruppo di amici che cominciavano ad essere sempre più consapevoli dell’abbandono in cui versava il Rione Sanità ma altrettanto consapevoli che il nostro quartiere aveva tutte le risorse necessarie per poter costruire un cammino di autosviluppo. All’epoca frequentavamo la parrocchia di Santa Maria della Sanità, punto di aggregazione del quartiere, quando arrivò nel 2000 Don Antonio Loffredo che è stato poi il motore di tutto. Con lui incominciammo a fare dei viaggi di piacere, nelle capitali europee o con i campi scuola. All’epoca non sapevamo che Don Antonio stava facendo per noi un’operazione di formazione e di team building.
I viaggi ci facevano tornare arrabbiati… Il confronto con altre città ci rendeva ancora più consapevoli dei tesori del nostro territorio e di quanto, rispetto alle capitali europee, questi tesori fossero pressochè nascosti, come sotto la cenere, abbandonati, non valorizzati. Noi nel nostro quartiere vedevamo la bellezza e pensavamo che questa bellezza potesse essere visibile anche agli altri. Queste riflessioni ci hanno portato a gestire in modo amatoriale le Catacombe di San Gaudioso che si trovano sotto la Basilica di Santa Maria alla Sanità, che all’epoca versavano in stato di completo abbandono, e poi…”
E poi…
il gruppo di amici incomincia a gestire sempre più le visite alle Catacombe organizzando visite serali, durante le quali hanno modo di conoscere tanti bei napoletani, napoletani che rimangono affascinati dalla loro energia e che decidono uno dopo l’altro di sostenerli in questa avventura. Conoscono Ernesto Albanese di L’Altra Napoli Onlus, associazione di manager napoletani che nn vivono più a Napoli ma che vogliono sostenere lo sviluppo della città. Insieme con Don Antonio Loffredo nasce un matrimonio d’intenti, così mentre i ragazzi si impegnano nello studio di strategie e nella progettazione culturale per la valorizzazione dei siti storici del quartiere, l’Altra Napoli Onlus si occupa del reperimento dei fondi necessari allo sviluppo di un progetto più ampio.
La Cooperativa La Paranza nasce nel 2006. Dal 2006 al 2008 si lavora allo studio di soluzioni e alla tessitura di una rete di energie postive con le altre realtà del territorio, con altre fondazioni private napoletane ma anche del Nord Italia finchè nel 2008 arriva la svolta, con la vincita di un bando di Fondazione CON IL SUD: i ragazzi pesentano un progetto di riapertura delle Catacombe di San Gennaro a Capodimonte, anch’esse all’epoca abbandonate, e insieme al sostegno delle fondazioni investono 1 milione di euro nel loro progetto di riqualifica di siti dal raro e preziosissimo valore storico e culturale. I ragazzi lavorano tutto il giorno e investendo le loro entrate nuovamente nel progetto.
Le Catacombe di San Gennaro sono affidate dal Vaticano all’Arcidiocesi e dall’Arcidiocesi alla Cooperativa La Paranza e dopo ancora tanto lavoro di riqualifica nel 2010 viene inaugurato l’impianto di illuminazione con la visita serale “Lux in Tenebris”, evento che registra il sold out. Per la Cooperativa questi anni di dedizione e passione oggi si sono trasformati in numeri: nel 2006 ci furono 5000 visitatori, quest’anno sono stati registrati circa 70000 visitatori, con 20 persone assunte che guardano al futuro con sorriso. Hanno dai 20 ai 30 anni…
Vincenzo Porzio: “Per noi è particolarmente significativo questo progetto, perchè è un esempio per l’italia che proviene dal Sud, da Napoli, dal Rione Sanità…Per la serie gli ultimi saranno i primi!
Quindi quali sono gli ingredienti vincenti per trasformare un sogno in realtà?
“Un gruppo di giovani amici legati dal filo dell’amicizia, uomini visionari capaci di assumersi tutte le responsabilità come Don Antonio Loffredo, il sostegno di chi crede in te, come nel nostro caso le fondazioni private come Fondazione CON IL SUD, Fondazione Vismara, Fondazione Un Raggio di Luce e altri ancora…”
Quali invece i fattori che possono distruggere un sogno?
“A volte la mancaza di una visione più ampia, così come incidono molto la diffidenza e la gelosia e anche la mancanza di capacità di lavorare in team. E’ importante scegliere bene i partner e con loro trovare lo sforzo di trovare la parola che mette insieme e che mai divide.
Noi abbiamo una massima: il polipo si cuoce nella acqua sua…Bisogna che le incomprensioni si cuociano con calma senza arrivare ad uno scontro. Lo scontro crea inimicizia, invece è importante che le cose vadano dette nel modo giusto. E poi gli obiettivi e le informazioni vanno sempre condivise in modo chiaro con partecipazione: la Paranza si riunisce ad un tavolo tondo dove ognuno dice la sua e dove ognuno contribuisce all’incontro con lo stesso peso specifico.”
Vincenzo, un aggettivo per descrivere Napoli?
“Difficile descriverla! Però posso dirvi come la vedo: una bella donna che dorme sotto una coperta di comunicazione sbagliata, di scandali e luoghi comuni e che aspetta di essere svegliata, forse proprio dai napoletani stessi!”