A Casal di Principe ardono “fuochi buoni”. Casa Don Diana, un bene confiscato alla camorra è un centro di prevenzione delle malattie oncologiche. Sul terreno della criminalità Casa Don Diana è un polo di resistenza alla camorra.
Casal di Principe nuova realtà sociale
Sono circa vent’anni che Casal di Principe combatte le proprie battaglie civili per affrontare l’alone di paura che la circonda e la confina.
Sono diciotto i beni sottratti alla camorra recuperati e trasformati in progetti di recupero ad uso sociale per l’ ambiente e il territorio. Il centro di prevenzione Casa Don Diana rappresenta un ponte tra la sanità e la legalità.
Un bene confiscato diventa un progetto sociale
Il Centro don Diana è un bene confiscato ai casalesi, una ex villa di proprietà del camorrista Egidio Coppola. Dalla morte di Don Peppe Diana, il prete assassinato nel 2004 per aver lottato contro la camorra; la gente ha il coraggio di parlare. A Casal di Principe un comitato di associazioni, cittadini, aziende locali, cooperative rifiutano il silenzio e promuovono esperimenti sociali.
Casa Don Diana è un esempio di riscatto di queste terre in continua resistenza nella lotta contro la camorra. Il centro offre un servizio di informazione ai cittadini sulla tutela dell’ambiente e assistenza ai malati.
I cittadini sono ascoltati, assistiti e curati nell’ottica di migliorare le loro condizioni di vita sociali e sanitarie. Il centro è un progetto di rete insieme ad altre cooperative che operano sul territorio a sostegno della legalità e della prevenzione sociale.
I fuochi della buona terra
Dal mangiar sano nasce la consapevolezza che la terra è un bene comune da preservare per la propria salute. I cittadini vengono a conoscenza che dai propri terreni possono coltivare prodotti buoni per la propria alimentazione e salute. Le noci, le mele, l’olio extravergine d’oliva, prodotti biologici del territorio hanno importanti proprietà antitumorali da salvaguardare per il benessere della collettività. Casa Don Diana diviene centro di prevenzione delle malattie oncologiche.
Il progetto, prevede screening periodici ed incontri sul tema ambiente-salute nel territorio della Terra dei Fuochi ed è promosso dal Comitato Don Diana con la Croce rossa italiana (comitato regionale e provinciale), la Rete di comunità e cittadinanza ed il Comune di Casal di Principe.
Dall’economia criminale a quella sociale
In un territorio depresso dal punto di vista economico e con scarse fonti di sostentamento è breve il passo che compiono molti ragazzi a trovare un’alternativa che gli dia un guadagno semplice e veloce.
Il primo cambiamento per trasformare questa realtà è dare la possibilità ai ragazzi di trovare un lavoro.
Sono diversi gli esperimenti sociali che promuovono cooperazione tra i giovani e garantiscono l’inserimento nel mondo del lavoro.
La cooperativa sociale NCO che non indica Nuova Criminalità Organizzata ma sta per Nuova Cucina Organizzata è un ristorante in cui lavorano persone con disabilità, disturbi o che devono scontare pene alternative alla detenzione.
La cooperativa Etica Verde e la cooperativa sociale Farinò si impegnano in iniziative ecosostenibili, nella tutela dei prodotti della terra e nella salvaguardia dell’ambiente.
Il cambiamento fa paura, è normale
Casa Don Diana è il teatro di una consapevolezza che parte dal basso di chi vive qui e nonostante le minacce e i tanti ostacoli va avanti con coraggio.
Il Museo Diffuso della Resistenza e dell’Impegno Civile è un progetto gestito dal Comitato Don Diana e rivolto alle scuole per portare i ragazzi a frequentare e rivisitare luoghi e beni confiscati, oggi divenuti centri attivi a carattere sociale.
È necessario che i ragazzi consoscano la storia per custodirne la memoria ma soprattutto per acquisire la fiducia in un cambiamento. Sono tematiche forti che appassionano i ragazzi perchè in fondo sono loro che vivendo questi luoghi ne sanno più di quanto se ne creda.
La paura non è mai un ostacolo alla voglia di cambiare. A Casal di Principe ardono “fuochi buoni”.
A cura di Lea Bello.